«Parte in sordina, prudente, quasi volesse saggiare le misure con il teatro pieno, la Luisa Miller di Michele Mariotti, ma dal secondo atto vola e conclude grandiosa. Nell’aprile dell’ anno scorso, il nuovo direttore musicale dell’ Opera di Roma l’aveva presentata senza pubblico in sala, per lo streaming. Adesso la rilancia a pieni ranghi, con la regia di Damiano Michieletto ripresa da Andrea Bernard, e con una compagnia già allora formidabile, Pertusi, Poli, Barcellona e Mantegna, più l’aggiunta di Enkhbat e Spotti, ma che ovviamente ora canta con maggior coerenza perché fa teatro. (...) Mariotti ha personalità e suono ben definiti. É un espressivo che tiene sotto traccia la naturale carica emotiva, dando la precedenza alla perfezione dei dettagli. Come se solo a posto questi, allora la macchina potesse prendere slancio. Ad esempio é sempre più concentrato sull’aspetto ritmico della partitura, dove nulla gli sfugge, e dove anche nella rischiosa Luisa il rapporto buca/palcoscenico cade sempre perfetto. Una maggiore familiarità con musicisti e pubblico - che comunque lo accoglie con applausi finale che dicevano: «sei a casa» - potrà rendere questa esattezza più morbida, concedendo qualche intreccio più commosso tra linee di canto e strumenti d’ orchestra. Non sempre, sarebbe troppo. Perché questo suo rigore asciutto ci piace, specchio di serietà e professione.»
Sole24Ore, Carla Moreni
«Michele Mariotti, le nouveau chef principal de l’Opéra, fait ses débuts dans la fosse d’orchestre du Costanzi en donnant à Luisa Miller une lecture qui confirme le statut de chef-d’œuvre de cet opéra autrefois sous-estimé. La transparence de l’instrumentation – les bois sont merveilleux derrière le chœur d’ouverture! – et la tension dramatique sont les points forts d’une direction qui met en valeur toutes les qualités de l’écriture de Verdi. La continuité dramatique devient encore plus évidente dans le troisième acte, construit comme un tout, l’entrée successive des personnages s’effectuant dans un crescendo implacable réalisé par Mariotti avec une grande sensibilité et un grand sens du théâtre.»
Première Loge, Renato Verga