Grande successo per il debutto del Maestro Matvienko al Teatro dell'Opera di Roma con "Da una Casa di Morti" di Janacek

Se il cast è di prim’ordine (tra gli altri Mark S. Doss e Stefan Margita) soprattutto il direttore va prenotato subito: trentenne, Dmitry Matvienko ha preparato la buca con cura rara, padronanza di gesto immaginativa, bacchetta nella destra o nella sinistra, indifferente e sempre efficace. È un grande, non lasciamolo scappare. Il Sole 24 Ore, Carla Moreni

È il carcere raccontato da Leoš Janáček in Da una casa di morti, applaudita all' Opera di Roma nella rilettura del regista polacco Krzystzof Warlikowski, Leone d' Oro alla Carriera nel 2021 alla Biennale di Venezia, con la direzione d'orchestra affidata al giovane ma già affermato maestro bielorusso Dmitry Matvienko e un cast internazionale di voci. (…). Il pubblico ha avuto applausi per tutti, in particolare per Matvienko, che ha affrontato con padronanza la sfida di una partitura impegnativa e affascinante.
Ansa, Redazione Ansa

La direzione è affidata al giovane e talentuoso Dmitry Matvienko. Non facendosi spaventare da una partitura non facile, ostica, che sorregge dei lunghi recitativi violenti, Matvienko dona una lettura coerente, tutta improntata a valorizzare l’energia ritmica pulsante di una partitura ansiogena, al cardiopalma, che regala colpi di scena, cambi repentini di agogica, il tutto in un turbinio che non ha quasi requie se non in alcuni monologhi-ariosi che scandiscono la partitura e scavano maggiormente alcuni personaggi. L’intesa con l’orchestra romana è ottima ed il risultato non può che essere energico, vigoroso, autenticamente janáčekiano. Apemusicale.it, Stefano Ceccarelli

Mai eseguita al Teatro dell’Opera di Roma questa interessantissima partitura di Janacek è stata affidata, possiamo dire a buon dritto finalmente, alle cure musicali del maestro Dmitri Matvienko, del direttore del Coro maestro Ciro Visco ed all’allestimento registico di Krzystof Warliakowsky. Il ricco, complesso e variegato linguaggio dell’orchestra viene dominato dal maestro Matvienko con equilibrio, ricchezza timbrica e sensibilità e più di un’occasione di sarebbe voluto poter chiudere gli occhi ed abbandonarsi al mistero del solo ascolto. GB Opera Magazine, Francesco Giudiceandrea

Il giovane direttore bielorusso Dmitry Matvienko l’ha diretta magnificamente, con una maturità e una padronanza dell’orchestra sorprendenti per la sua età, ed ha ottenuto dai complessi dell’Opera una risposta di grande livello. Il giornale della Musica, Mauro Mariani

Il regista Leone D’Oro Warlikowski ambienta lo spettacolo in un carcere moderno, ottima la prova di Matvienko sul podio. (…) Sul podio, Dmitry Matvienko, ha offerto una prova magistrale, mettendo in luce il linguaggio peculiare del compositore. Il messaggero, Massimo Martinelli

In una partitura non certo facile si è lasciato apprezzare il giovane direttore bielorusso Dmitry Matvienko. Il Tempo, Lorenzo Tozzi

E infatti oltre l’affiatamento della compagnia, oltre la cura scenica dei cantanti attori, (…), basta affidarsi ai suoni di Janáček, alle melodie tagliate sul parlato (peccato non poter seguire il testo originale del libretto nei sovratitoli), alle fibre intense e potenti di una partitura dall’orchestrazione sfavillante, perfettamente restituita dal russo Dmitry Matvienko alla guida dell’orchestra romana, per rendersi conto dell’assoluto genio musicale di un compositore originale, inconfondibile, in grado di utilizzare materiale popolare, di attingere alla rumoristica di scena, di tradurre in suoni il rumore di asce, seghe, catene, coltelli, e di inventare la musica nuova con un’autonomia estetica talmente strabiliante che ancora oggi colpisce, sorpende, senza finire di ammaliare. Le Salon Musical, Marina Valensise

E pero’ su questo sfondo a macchia di leopardo, si impone in realtà un tessuto orchestrale di esperta finezza, screziato di squisite scelte timbriche e di soluzioni ricercate nella condotta ritmica come nell’impianto armonico. (…) Di tale palesamento va dato merito alla mente a fuoco del direttore d’orchestra, il giovanissimo Dmitry Matvienko (è nato a Minsk nel 1990), che ha concertato con profonda e sicura consapevolezza, coadiuvato dall’ottima resa dell’orchestra del Teatro. Music Paper, Francesco Arturo Saponaro

Alla complessa regia, che si distacca volutamente dallo spirito originale delle opere da cui è tratta, si sovrappone invece una direzione musicale fedelissima agli intenti di Janáček. Impressiona vedere la grande maturità del giovane Dmitry Matvienko, cresciuto musicalmente in Russia e così abile nel penetrare la potenza di questa partitura, dalle pagine più eclatanti, come quelle del grande motivo che dà principio all’opera, ai momenti di più caotico o malinconico nervosismo, aiutando con grande talento i cantanti nel loro non semplicissimo lavoro e incitando l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma (che si comporta egregiamente) a sottolineare la propria presenza nei momenti fondamentali. Operaclick, Michelangelo Pecoraro

Il maestro bielorusso Dmitry Matvienko ha diretto con mano sicura l’ottima orchestra romana, offrendo una lettura estremamente chiara della partitura, sia nei momenti più delicati dell’opera che in quelli maggiormente enfatici, nei quali viene dispiegata una notevole potenza sonora. E’ risultato ottimo anche l’equilibrio rispetto alle linee di canto, che non sono mai state soverchiate dall’orchestra (o viceversa). Operagazet.com, Tiziano Virgili

La concertazione del giovane direttore Dmitry Matvienko, per la prima volta alle prese con la musica di Janacek, è di grande efficacia nel ricreare la straordinaria invenzione timbrica e i colori di una paritutra do cui si conosce la vera versione da pochi anni. L’esecuzione è vigorosa ma precisa e attenta ai dettagli e cerca di equilibrare al meglio il volume della buca orchestrale con le voci in scena, voci di grande livello per tutti i numerosi interpreti. Operaincasa.com, Renato Verga

Dal punto di vista musicale era importante dosare la brillantezza di Janáček, degli ottoni e delle percussioni, anche non tradizionali, con la parte vocale. Ci è riuscito il giovane e promettente Dmitry Matvienko, direttore nato a Minsk nel 1990, che ha scelto come guida l’edizione critica dell’opera realizzata da John Tyrrell nel 2017. Vaticannews, Marco Di Battista